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Omelia Don Carlo 24 aprile 2023

“Catturarono Stefano”, il primo martire, non l’unico martire. Ogni cristiano è martire, è testimone di Cristo. Se vive per Cristo, muore per Cristo: muore come ha vissuto. Lui ama Cristo, vive come Cristo, è odiato come Cristo. Stefano è odiato perché: “È contro il tempio e contro la Legge”. Per loro tempio e legge sono il solo modo per adorar Dio. Anche Stefano adora Dio, ma non con quella Legge, non in quel tempio. Loro lo odiano perché hanno ridotto Dio alla legge, al tempio: tempio e legge per loro non son più segni di Dio, ma idoli che sostituiscono Dio. Ogni violenza viene da un idolo, da un particolare assolutizzato. Anche la violenza su di me, il male che faccio a me: mi fisso su un particolare che mi toglie il respiro. Solo il totale fa respirare.

Omelia Don Carlo 23 aprile 2023

“Οὐ κεκαιομένη ἡ καρδία ἡμῶν ἐν ἡμῖν: non ci ardeva il cuore nel petto quand’era con noi?” I due di Emmaus sono certi: Gesù è risorto perché ci arde il cuore come quand’era vivo. Tante cose fanno ardere il cuore: ma il combustibile più fiammeggiante è lui perché in lui c’è l’eternità e c’è la bellezza nascosta in tutte le cose. Lo dice Paolo: davanti a lui “panta synerghei” tutto fa sinergia, tutto fa combustione, anche i materiali ignifughi. Cristo risorto è un catalizzatore che innesca un processo elettrolitico totale. Il cristiano è il cercatore d’oro che vede pepite dove gli altri vedono fango. Per Paolo niente è da sopportare, tutto è vivibile, anche le cose più dolorose. Come in tanti nostri funerali: c’è un bene, un amore che sembrano matrimoni. Allora quando il cuore si spegne, s’incupisce, si logora è perché non guardiamo Cristo risorto. A volte ce lo dicono: ma come fai tu a vivere questo? Cosa vedi tu che non vedo io? Domande preziose perché lì può insinuarsi Cristo. Tutti han bisogno di viver tutto, tutti stan male se perdono pezzi di vita!

Omelia Don Carlo 21 aprile 2023

“Avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento”. E di cosa devono riempirla se non di ciò che riempie loro? Loro son pieni di Gesù risorto, sono certi dell’eternità, ne parlano a tutti. Finché i capi non glielo proibiscono. “Vi abbiamo proibito di non parlare più di Gesù”. Loro ne parlano con la faccia. Uno che ama qualunque cosa faccia testimonia ciò che ama, ciò per cui vive. Nessun divieto lo blocca da fuori: il blocco è sempre dentro. Si blocca lui se è diviso dentro, se non crede a ciò che pensa e se non ama veramente ciò che pensa.

Omelia Don Carlo 19 aprile 2023

”Chi non crede è già condannato”. Ma non condannato da Dio: è condannato dalla propria esperienza di Dio. Come dice Pietro nella sinagoga vuota: “Da chi andremo, Signore?”. Se vado via da te vado via da me, se non credo a te non credo a me: non faccio male a te, ma a me. Tanto tu sei diventato parte dalla mia esperienza. Il cristiano non crede in Dio, ma nella propria esperienza di Dio. Perciò la nostra fede è così drammatica e così umana: perché il dramma non è tra me e Dio, ma tra me e me e il peccato non è contro Dio ma contro l’io. E’ il cuore che condanna, è la realtà che punisce, non Dio. Se non credo non perdo Dio, ma perdo l’io. Perciò nessuno può credere al posto mio: l’amico mi aiuta se ha una faccia più libera della mia. Che respiro ossigenante la fede cristiana!

Omelia Don Carlo 18 aprile 2023

“Noi testimoniamo ciò che sappiamo e che viviamo”. La nostra fede non è un pensiero da capire ma una vita da vivere: una vita bella, una vita unita. “La moltitudine aveva un cuor solo e un’anima sola”. Ognuno ha il suo cuore e la sua anima, ma tutti son pieni della stessa bellezza. Sono 3000, di 17 lingue diverse: tutti uniti, tutti diversi. Questo il miracolo. Nel mondo è l’opposto: per esser uniti si dev’esser uguali: chi è diverso divide. Lo fanno fuori. Per questo l’unità dei diversi è il segno più impetuoso della divinità di Gesù. Ed è l’esperienza più esaltante che si vive nella comunità cristiana. Ognuno può starci così com’è, come Dio l’ha fatto, dice Paolo: “Non c’è più né Giudeo ne greco, né schiavo né libero, né maschio né femmina”. Ognuno è bello perché figlio di Dio. La discriminazione vien sempre da Satana.