Omelia Don Carlo 9 giugno 2020
*Omelia 09 giugno 2020*
“Voi siete la luce del mondo”.
(Dice Gesù:) “Non voi dovete essere. Lo siete non per ciò che fate, ma per ciò che vi è accaduto. Avete incontrate Me, avete vissuto con Me, condiviso la Mia esperienza, vi siete immedesimato in Me. Senza di Me, voi non vi concepite più. E si vede in faccia splendere la stessa luce che splende sulla Mia faccia. Non siete certamente più bravi degli altri che non mi hanno incontrato, ma voi siete la luce del mondo”.
Come la resistenza della lampadina: passa la corrente e, di fatto, diventano luce. E quando arrivate voi le cose si illuminano, si chiariscono; le cose belle si vede che son belle, le brutte brutte. Ogni cosa viene come denudata, mostra la sua natura, il suo scopo, perciò diventa vivibile: o è una cosa amara o è una cosa da combattere. Ecco, che cosa vuol dire che Gesù è la luce del mondo e che noi Lo rendiamo presente: non cambia il mondo la luce, non cambia le cose, le rende vivibili. Non ha eliminato i virus Gesù, ma con Gesù i virus non impediscono di vivere pienamente la vita. Non non ha eliminato le croci, ma ha reso vivibile anche la croce dei romani. Chi lo riconosce, chi crede in Lui, può realizzare se stesso su qualunque croce; perché Lui non ci libera dalle croci, ma sulle croci. Quindi noi abbiamo un unico compito, che non è diventare più bravi. Dice alla fine questo Vangelo: “Risplenda dunque la vostra luce davanti agli uomini”. L’unico compito nostro è di risplendere, è lo splendore del nostro volto, perché l’unica opera convincente è il volto. E il volto risplende per la coscienza che uno ha di sé, non risplende perché ti fai macchiare il trucco. Allora è importante sapere dove si illumina la mia coscienza, cosa mi fa risplendere la faccia. Ma anche cosa mi manda in confusione.