Omelia Don Carlo 6 maggio 2020
*6 maggio 2020*
“Riservatemi Barnaba e Paolo per l’opera cui li ho chiamati”. “Riservatemi” è riduttivo: manca lo scopo. Ἀφ-ορίσατε è “svelate l’orizzonte”, lo scopo: il compito di Barnaba e Paolo nel mondo. Che è lo stesso compito di Gesù. E’ il compito di quelli che Gesù sceglie: è il mio, è il tuo. Per questo compito tutto di noi diventa prezioso, nulla è più da buttare. Quando abbiamo un calo di autostima, ci sentiamo brutti, inutili, perdiamo entusiasmo, è perché dimentichiamo d’essere stati “riservati”, come Barnaba e Paolo, per l’opera di Gesù nel mondo. Che è l’opera più preziosa per il mondo: più della scienza, della politica, dell’arte, dell’affetto. Non perché diventiamo capaci di fare chissà quali cose, ma perché anche la cosa più piccola che facciamo ha lo stesso orizzonte dell’opera di Gesù: ci rende, come Gesù, presenza di Dio per gli uomini… ”Chi vede me, vede chi mi ha mandato”. Se abbiamo la coscienza di Gesù, noi prestiamo, come Gesù, la nostra faccia a Dio. Diventiamo, come Gesù, la faccia di Dio nel mondo. Se nel mondo manchiamo noi non mancano appena medici, ingegneri, artisti, politici: manca la faccia di Dio. Perciò manca la faccia degli uomini: perché gli uomini sono immagine di Dio. Nel mondo progrediranno scienza, tecnica, economia, il mondo sarà abitato da miliardi di uomini, ma saranno uomini senza faccia: uomini che non sanno chi sono. Avranno meno gioia e allegria, come dice il salmo: ”Se vedono Dio gioiscono le nazioni, si rallegrano”… ma se uomini e nazioni non vedono Dio s’accontentano delle gioie della natura: che ci riserva sempre tante gioie… e tanti virus. Perché la natura non è Dio.