Omelia Don Carlo 4 aprile 2020
*4 aprile 2020*
“Quest’uomo compie molti segni”. Perché tutto, in lui, è segno. Cos’è un segno? E’ una cosa, il cui significato è un’altra cosa. Tu vedi quella cosa e, in quella cosa, incontri un’altra cosa. Come gli schermi delle video-chiamate che questi giorni ci portano il mondo dentro casa e dentro il cuore: azzerano la distanza. Come nella scrittura: persone lontane nello spazio o nel tempo, li incontri in quelle parole, perché ci hanno messo il cuore. Gesù mette il cuore in tutto: lui è unito dentro, tanto che è chiamato “verbum incarnatum”, parola incarnata. In lui carne e parola coincidono, la parola freme come la carne, le azioni parlano, sono luminose come le parole. Lui non vive l’opposizione tra concreto e astratto: lui è uno! Presente a sé, ha coscienza di sé: non si permette di pensare una cosa e amarne un’altra, ma ama ciò che pensa e pensa a ciò che ama. Perciò l’ammazzano: ”Se lo lasciamo continuare tutti crederanno in lui”. E diventeranno come lui: una folla di segni, di facce che mettono davanti a Dio. L’uomo di fede non è un uomo bravo, ma un uomo segnato: che ti mette davanti a Dio. E dall’incontro con Dio nessuno esce indenne: Dio svela il segreto dei cuori, il bene o il male che hai dentro. Anche dalla pandemia non usciremo indenni: il virus è un detonatore che fa esplodere i cuori. Svela il volto segreto di ognuno. Il virus ha fatto esplodere anche la Pasqua di quest’anno: l’ha rubata ai cristiani e l’ha imposta al mondo. Tutti devono vivere la passione: non quella dei riti cristiani, ma la propria. E ognuno, tolte le mascherine, si troverà una faccia diversa. Scoprirà di più la sua. E potrà cambiarla, se non gli piace. Perché la Pasqua annuncia che puoi cambiare vita e cuore, e risorgere da qualunque inferno.