Omelia Don Carlo 4 agosto 2020


Omelia, 04 agosto 2020

“Perché i Tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione?”

È l’ossessione dei farisei: ubbidire alla tradizione, cioè ad una verità del passato. Nella vita di questa gente non c’è novità da scoprire e custodirsi, c’è un passato da difendere, tutto è già avvenuto, lo devono difendere e giocano in difesa, impauriti, hanno nemici dovunque. Li incontri e non ti fanno una proposta, ti impongono delle norme. Non vanno incontro al futuro, vanno allo scontro con il futuro, sono incapaci di incontrare, di abbracciare. Il contrario di Gesù [che] va con le braccia spalancate, Gesù non cita una tradizione, ma invita a verificare quel che dice nella realtà. È la realtà che parla per Gesù e il cuore può capire la realtà, è fatto per questo. Il peccato per Gesù non è contro Dio, è contro la realtà. Il peccatore non disobbedisce a Dio, disobbedisce alla propria esperienza della realtà, ai suoi occhi, alla sua ragione. Per Gesù, uno che non crede in Dio è uno che non crede alla realtà, che non crede a se stesso, a ciò che lui vive. Magari salva la tradizione, ma non salva la fede. Perché non salva le ragioni della fede. E per Gesù una fede priva di ragioni è una fede priva di libertà.
Oggi non mancano persone che credono, anzi tutti credono in qualcosa e ci credono tutti, anche in Dio, la maggior parte della gente ci crede in Dio. Non c’è carenza di credenti, ma di credenti liberi. Tutti citano qualcuno, ma è così raro trovare qualcuno che citi se stesso, che citi la propria esperienza, che abbia l’audacia impudente, scandalizzante di Gesù. Per questo Lo hanno ucciso, un’impudenza che scatena l’odio. Gli vanno a dire “Fu detto…” e Lui dice: “Fu detto ma Io vi dico”. L’uomo libero ha questa capacità di sfida. Noi siamo chiamati ad essere profeti di Cristo, prima che seguaci di Cristo.