Omelia Don Carlo 30 marzo 2020


30 marzo 2020
“Io non godo della morte del peccatore, ma che si converta e viva”. Ribatte Ezechiele agli ebrei deportati a Babilonia, che incolpano Dio di tutti quei morti: Dio ha permesso la distruzione di Gerusalemme e ha fatto morire tanta gente per punire i nostri peccati. No, non esiste il Dio sadico che avete in testa voi. Non esiste il ”Dies irae”, il giorno dell’ira di Dio, che viene a punire i peccatori. Il nostro Dio non gode della nostra morte, ma gode della nostra vita e della nostra conversione. La gioia più grande per Dio è vedere un uomo che rinasce, che riprende in mano la sua vita, che comincia a lottare per la propria realizzazione umana. Gesù non gode della morte della donna adultera, non la condanna a morte, ma gode della sua conversione: ”Nemmeno io ti condanno: va’ e non peccare più”. Non tornare alla vita di prima, come se nulla ti fosse accaduto. Non cedere alla tentazione di chiudere velocemente questa dolorosa parentesi. Non sprecare la paura della condanna a morte che hai vissuto. C’è una vita nuova che ti attende, non il ritorno ottuso alla vita precedente. Preghiamo di non cedere alla tentazione di resettare presto la pandemia, di elaborare presto i lutti, come suggeriscono gli psicologi, per tornare indenni e ottusi alle abitudini precedenti. Preghiamo che non sia sprecato tutto questo dolore. La vita nuova che ci attende non sarà una vita più comoda, ma potrà essere più vera, se avremo coscienza di quello che ci è accaduto. Cosa ci fa capire questo dramma? Cosa cambia nella concezione della nostra vita? Cosa è diventato essenziale nel nostro cammino umano?