Omelia Don Carlo 30 luglio 2020
*Omelia, 30 luglio 2020*
“Come argilla in mano al vasaio, voi siete nelle Mie mani”.
Così Geremia, immedesimandosi, immagina il rapporto tra Dio e il Suo popolo: gli Ebrei come un vaso di creta che continuamente si rompe. I loro tradimenti mandano in frantumi ogni volta l’alleanza con Dio e continuamente Dio, come un vasaio, gli ridà forma, sempre una forma nuova, con la stessa creta che ha fatto i cocci. E offre di nuovo la Sua alleanza al popolo, perché quello è il Suo popolo preferito e Lui come un innamorato lo risceglie di continuo. Ce l’ha nel cuore e non Lo ferma niente se non la libertà del popolo stesso. Perché chi ti ama ti vuole libero, non gli interessa un’adesione non libera. Il popolo non può evitare di essere preferito, ma può sterilizzare la preferenza, può impedirne i frutti non nel mondo ma in sé, nel popolo stesso. Come accadde con Gesù: i frutti Gesù li ha portati ma non nel popolo di Israele, ma ai pagani, come accade a Nazareth la Sua città, dove ha vissuto con i primi a cui ha offerto la Sua preferenza, non poté fare dice Matteo: “Nessun miracolo a motivo della loro incredulità”. Come nella storia mia: c’è una storia che mi grida che io sono il preferito, ma ogni mattina io devo riscoprire la bellezza d’essere preferito, per scongiurare il tarlo terribile e logorante dell’abitudine o l’odiosità presuntuosa del privilegiato. Per questo che ormai da una ventina d’anni ho deciso ogni mattina di risvegliarmi ateo, per riscoprire di nuovo tutto.