Omelia Don Carlo 30 aprile 2020


30 aprile 2020
“Nessuno può venire a me, se non l’attira il Padre”. Chi viene a me perché attirato da me… sarà deluso da me e mi abbandonerà. La mia bellezza non viene da me: il primo deluso da Gesù è Gesù stesso. Il dramma di Gesù è che lui non basta a se stesso: la sua vita è tutta una ricerca del Padre. Nessuno lo trattiene in questa ricerca: neppure la donna più affezionata, Maddalena. ”Non mi trattenere, non sono giunto al Padre”. La bellezza di Gesù è la bellezza del Padre. Quando noi siamo delusi da Gesù è perché ci arrestiamo alla sua bellezza apparente, al segno: quando non cerchiamo il mistero della sua persona. Ci manca la radicalità: del desiderio e dello sguardo. Come all’eunuco davanti a Filippo: ”Come posso capire se nessuno mi guida? Come a Filippo e Pietro prima di Pentecoste: “Prima dello Spirito Santo loro sapevano tutto, ma non avevano capito niente”, mi disse una ragazzina di 11 anni. Conoscevano i fatti della vita di Gesù, ma non la portata di quei fatti: come uno che è davanti a uno spettacolo bellissimo… ma è buio pesto. Serve la luce per capire Gesù… ma la luce non viene da Gesù. Occorre un altro per capire Gesù. Gesù non è tutto. Tutto è il Padre. Gesù è segno del tutto: segno del Padre. Un altro deve illuminare il segno. Lo Spirito a Pentecoste illumina quei dodici uomini che volevano capire il mistero di Gesù. Nella preghiera siamo liberi di domandare le mille cose che ci piacciono, ma se non domandiamo lo Spirito non sapremo che farcene di quelle mille cose: ce ne mancherebbe il senso. Come mancava agli apostoli prima della Pentecoste. Ma a loro, per azzeccare la domanda decisiva, bastarono dieci giorni di lockdown nel Cenacolo.