Omelia Don Carlo 30 agosto 2020


Omelia, 30 agosto 2020

“Se uno vuol venire dietro a me”.

Ma perché devo venire dietro a te? Perché val la pena dar la vita a Gesù? La mia vita è preziosa, è la sola che ho e Gesù stesso lo dice: “A che serve a un uomo guadagnarsi il mondo se perde la sua vita?” Chi la merita?
Un uomo solo nel mondo merita la mia: l’uomo che è più felice di me, più umano, più libero, più intelligente, più buono, cioè l’uomo che mi propone un’esperienza umana che m’affascina, piena, che va verso il suo compimento. Come Paolo che scrive ai Romani: “Non conformatevi a questo mondo”: μὴ συσχηματίζεσθε τῷ αἰῶνι τούτῳ (mé suskematízeste tó aióni túto). Συσχηματίζεσθε (suskematízeste) vuol dire
fate saltare gli schemi, fate esplodere gli schemi del mondo, “sformatattate” tutto, come quando devo riformattare l’hard disk. Ecco, il format di prima è un carcere: i pensieri, i sentimenti, le abitudini… Fate saltare tutto il pensare e il sentire di prima perché lì ci state stretti, è un carcere, ve lo si vede in faccia che non ci respirate, il cuore ci muore, non vien preso sul serio nel suo slancio più potente! “Ma non vi rendete conto” – dice Paolo – “che negli schemi del mondo i conti non tornano mai?” Perché il mondo ha una mentalità, appunto, mondana, oggi mi è più chiaro dire naturalistica: tutto nasce con la natura e tutto finisce con la natura e la scienza ti fa capire le leggi della natura. Non ti permettere di chiedere qualcosa che è oltre la natura e di cui la scienza non dà ragione. Ecco, quello che Giovanni chiama “Cosmos” e Paolo chiama “sarx” è la stessa cosa, è come dice pure Cicerone, “L’uomo realista è il finibus naturae contentus”: è quello che s’accontenta dei limiti della sua natura.
Ma io non sono natura! Io son persona, non sono cosa, non sono un animale, sono un uomo. Anzi, Gesù dice “sono un figlio d’uomo, figlio dell’uomo. E il figlio dell’uomo sta per venire nella gloria di Dio, sta per venire nel mondo un uomo, un figlio d’uomo che sono Io, che vi mostra la gloria di Dio, la grandezza del divino per cui siete fatti. Voi siete fatti per partecipare della stessa grandezza di Dio”. La natura vi fa venire le vesciche, il mondo intero vi sta stretto, è per questo che Paolo dice ai Romani, che sono i padroni del mondo: “Fate saltare – μὴ συσχηματίζεσθε (mé suskematízeste)- fate saltare gli schemi del mondo. È solo se seguite Cristo che potrete respirare da uomini, potrete desiderare, pensare ed amare da uomini. La comunità cristiana che vengo a ravvivare a Roma ha questa sfida”.
Come è raro oggi trovare comunità cristiane che abbiano il respiro di quella in cui sta per giungere Paolo e ci starà per due anni agli arresti domiciliari, poi avrà il processo. Chiediamo a Dio di essere amici con questo respiro, portatori di questa sfida.