Omelia Don Carlo 29 luglio 2020


*Omelia, 29 luglio 2020*

“Marta tu ti affanni e ti agiti per molte cose”.

In questo ti logori, non perché fai cose sbagliate o perché ne fai tante, ma perché Maria non ne fa meno di te e non si logora?
“Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta”. Tu, invece, ti fissi su cose secondarie che ti saranno tolte, come “cose temporanee” c’è scritto là fuori sull’erba che si sta inaridendo perché, appunto, è temporanea, effimera.
Ecco, Marta è così: si sta inaridendo dentro e si incattivisce, sta perdendo la sua bellezza affettiva perchè il cuore di Marta è fatto bene, è per quello che la mette a disagio, perché è fatto per l’eterno, non per il temporaneo, per l’effimero.
Quando noi diventiamo come Marta, cioè senza pace, ci spegniamo, ci logoriamo, appunto, è perché il nostro scopo è uno scopo temporaneo, effimero, non abbiamo più come scopo l’eterno. Ma la grandezza del cristianesimo è che l’eterno non è un’altra cosa che fa voltare le spalle al temporaneo, è diventato la profondità del temporaneo.
Non c’è da sfuggire il temporaneo, ma da amarne il fondo. Quando noi siamo agitati, affannati, logorati, come Marta, è perché siamo semplicemente dei superficiali, abbiamo una fede che si appiccica alle cose dall’esterno, come una citazione che “gliela metti su”. Invece, la fede di Maria scava le cose fino in fondo, le guarda, le ama e le tratta per quello che ognuna è in se stessa. E le cose, se le guardi al fondo, sono un alimento, non un logoramento del cuore.