Omelia Don Carlo 28 marzo 2020
*28 marzo2020*
“Tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui”. Davanti a Gesù la gente non si unisce, ma si divide: Gesù non può creare l’unità. Se lo facesse distruggerebbe il più grande dono di Dio, la libertà: e sarebbe una unità disumana, non di uomini, ma di robot. L’unità tra gli uomini è il desiderio più struggente di Gesù: che siano una cosa sola. Ma non è opera di Gesù. L’unità è opera di uomini liberi. E cosa fa Gesù per renderci liberi? “Se rimanete fedeli alla mia parola, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi“. L’opera di Gesù è la verità, la conoscenza delle cose. Gesù svela il posto che ogni cosa ha nell’universo perché io la possa usare per il suo scopo e godere della sua bellezza. La bellezza che quel giorno gli vedono in faccia, che li costringe a schierarsi: pro o contro di lui. L’unità scoppia in quell’istante, tra coloro che scelgono Gesù. E’ frutto della fede, non un rapporto diretto tra noi, uno sforzo di andare d’accordo: è un rapporto mediato da Gesù. Ma questa decisione pro o contro Gesù è drammatica e tutta personale: infatti… “Ciascuno tornò a casa sua“…. la partita si gioca dentro il suo cuore. O abbraccia la realtà o impone alla realtà la sua idea. O ama ciò che incontra o gli fa violenza. Anche il dramma del virus ci lancia questa sfida. E’ commovente in questi giorni vedere quante persone scelgono di abbracciare e di amare: è miracoloso, è già una resurrezione dell’umano… rispetto al clima precedente di lamento, preteste, polemiche, il dito sempre puntato ad accusare altri… Nessuno immaginava una Pasqua così: priva di riti, ma così densa di vita. La morte non è finita, ma ci sono già tracce di resurrezione. Che danno speranza.