Omelia Don Carlo 27 marzo 2020


*27 marzo 2020*
“Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato”. Il cuore spezzato questi giorni l’abbiamo tutti. Spezzato da tante perdite: tanti perdono la vita, perdiamo la possibilità di uscire di casa, di lavorare, di farci compagnia nel dolore. Ma ciò che questo virus spezza nel cuore di tutti è soprattutto la certezza di possedere la nostra vita. Siamo tutti in ginocchio, nessuno ci dà certezze sul presente e sul futuro, neppure la scienza e la politica. Allora come possiamo credere che il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato? Con quali segni Dio si rende vicino? Il primo segno, la prima opera di Dio, è la natura: che invece in questi giorni sentiamo tutti così nemica. La natura è creata da Dio: ma non è Dio! E’ creata per cercare Dio, non per sostituire Dio. Dio condanna i pagani che adorano la natura e si aspettavano dalla natura ciò può darci solo Dio. Come dice ad Adamo: Da’ il nome a tutti gli esseri, metti il tuo marchio su tutto. La natura è una forza cieca: da dominare, da metter al tuo servizio. Soggiogate la terra: è come una bestia selvaggia da addomesticare perché sia utile. La natura è dono e compito. A questo compito servono tutte le nostre capacità, anche scienza e politica. Davanti alla natura Dio non ci vuole utenti passivi, che hanno solo diritti, anche quello di lamentarsi. di essere sempre “soddisfatti o rimborsati”: ci vuole combattenti, protagonisti della nostra realizzazione. Il secondo segno non è nella natura, ma nella storia: è Cristo. Che segno è Cristo della vicinanza di Dio per il nostro cuore spezzato? Che novità porta Cristo dentro il dramma del virus, che condividiamo con tutti gli uomini? Il virus lo condividiamo con tutti, la fede no. Che valore aggiunto porta la fede?