Omelia Don Carlo 26 maggio 2020


*Omelia 26 maggio 2020*

“Padre è giunta l’ora”.

L’ora per cui ho vissuto tutte le altre ore della mia vita, perché io le ore, le cose le vivo, non le subisco. Tante circostanze ci sono date, alcune ci sono imposte violentemente, come a Gesù la croce, come a noi il virus. Ma io – dice Gesù – scelgo io come viverle. Mi impongono le cose, ma decido io se viverle con amore o con odio. Io sono protagonista delle cose che faccio, non sono in balia, né degli altri, né delle circostanze esterne, neppure delle mie reazioni istintive. Come io le vivo dipende dallo scopo che io ho e che io amo, per cui io faccio tutto, perché è questo scopo che rende così unita, suggestiva, potente, incisiva la mia vita. La rende piena il mio scopo. Quando voi la sentite vuota la vostra non è perché manca uno scopo, ma ne avete troppi di scopi, ma son tutti parziali. E nessuno unisce la vita. L’unità non è una somma di cose, ma fiorisce da uno scopo totale.
Qual è lo scopo totale che unisce la vita e la persona di Gesù? Appunto: “È giunta l’ora e glorifica il figlio tuo perché il figlio glorifichi te”.
Cioè svela tutta la mia bellezza, perché il mondo vedendo la mia, veda la tua. Perché la mia bellezza coincide con la tua. Io ho vissuto ogni ora della vita per annunciare al mondo questo impensabile matrimonio tra la gloria di Dio e la gloria dell’uomo; per dire che la volontà di Dio coincide con la felicità dell’uomo. Dio vuole che io sia felice, realizzato, che sia io a dire cosa mi fa felice e cosa mi realizza. Non c’è nessun Dio che me lo può dire. Ché noi non siamo più condannati a scegliere tra la sua volontà e la nostra felicità.
Io sono venuto – dice Gesù – per liberare il mondo da questo diabolico sospetto che avvelena anche le religioni: tutte conoscono la paura e il timore di Dio; che intristisce anche tanti cristiani. Mi intristisce, senti che dicono il Padre nostro e alla terza esclamazione – sia fatta la tua volontà – hanno un velo di tristezza, rimane loro una unica smorfia in faccia, si vede benissimo che temono che la volontà di Dio non coincida con la loro realizzazione umana. Temono che esista un Dio che impone loro qualche cosa che è contro la loro felicità.
Non è che sono cristiani cattivi, sono ignoranti! Cioè manca loro, del cristianesimo, l’essenziale! Questo sospetto t’ammazza dentro, perché ti rende come un dente devitalizzato: ti rende incapace di sfida, a chi ti vede passa la voglia di incontrarti.