Omelia Don Carlo 24 marzo 2020


*Omelia, 24 marzo 2020*
“Gesù lo vide giacere, sapendo che da molto tempo era così, gli disse: Vuoi guarire?” Ci aspettiamo che di schianto gridi: Si! Grazie! E invece no: inizia un’autocommiserazione lamentosa è insopportabile… tutto è contro di me… tutti ce l‘han con me… non c’è rispetto… c’è sempre un furbo che mi passa davanti all’ultimo momento… “non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre sto per buttarmi, un altro scende prima di me…”. Gesù lo guarda e capisce che quello è proprio paralitico, non solo fuori, ma anche dentro. Ha una paralisi nel corpo e una paralisi nel cuore. Il cuore paralitico è un cuore fermo, lamentoso, malevolo, incattivito col mondo: perché è incattivito con se stesso. E’ un uomo che non vuole più bene a sé. Non domanda più. C’è un virus più micidiale del virus che attacca i polmoni: è il virus che attacca il cuore, che spegne nel cuore l’amore a sé, la combattività per la propria felicità. Hai Cristo davanti che te lo chiede… ma diglielo che vuoi guarire! No: quell’uomo non dice che vuole guarire. Si lamenta che le cose non vanno come le ha in mente lui. Gesù lo guarisce, ma la guarigione ore lui rischia di essere inutile: di non essere un segno per lui, di non cambiargli realmente la vita, di rendergli la vita più comoda, ma non più vera. Se non guarisce dentro è una guarigione sprecata. Gesù glielo sbatte in faccia, quasi con un tono di minaccia: ”Sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada di peggio”. Cosa gli può accadere di peggio adesso che ha avuto la guarigione? Che si faccia bastare la guarigione. Continuiamo a supplicare Dio che finisca la pandemia, che ci liberi dal virus che attacca i polmoni. E anche dal virus che attacca e paralizza i cuori.