Omelia Don Carlo 18 maggio 2020


Omelia 18 maggio 2020

“Cantate a Dio nell’assemblea dei fedeli”.

È da troppo tempo che non cantiamo a Dio nell’assemblea dei fedeli. È per questo che siamo così contenti di cantare stamattina. Ci è mancata questa forma di espressione della nostra fede. La forma ci è mancata, ma il contenuto no! Non ci è mancato Cristo risorto, anzi. Da mille indizi si capisce che oggi siamo più certi, più vividi e più impetuosi di due mesi fa. E questo rende evidente che Cristo risorto è irriducibile alle forme in cui si rivela, è evidente che in questi due mesi e mezzo – come duemila anni fa, nelle apparizioni nel cenacolo, ad Emmaus – attraversava porte e finestre ed entrava a porte chiuse. Altro che le mascherine o i device di protezione individuale! Cristo risorto e il Suo Spirito hanno una potenza di attraversamento che non li ferma nessuna “protezione civile”. È entrato dentro la quarantena, ci ha raggiunti dove eravamo, ha attraversato tutto e ci ha resi più certi, più convinti che è Dio. E ha dimostrato, Cristo risorto, che spazio e tempo – prima che morisse, per Lui, uomo, come per tutti – sono un carcere, un impedimento, un lockdown: o sei qui o sei là, o adesso o dopo la quarantena. Spazio e tempo sono una forma a priori, diceva Kant, un carcere. Cristo risorto – non c’è mascherina che tenga! – spazio e tempo non sono più un carcere che lo fermano, non sono più il lockdown; sono uno strumento espressivo, li usa per esprimersi, per rendersi presente. E li ha usati e ha dimostrato come è incontrabile ovunque e anche le forme dei sacramenti le supera di schianto. È buffo perché i vescovi hanno dovuto abolire il precetto della Messa festiva perché si sono accorti che non teneva, ma Cristo è entrato dappertutto e ha toccato i cuori ben di più di tutto, di tutte le assemblee abitudinarie…

Perché ci ha fatto questa grazia, dentro la disgrazia (il virus è una disgrazia, non è una grazia)?
Dice questo Salmo: “Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi”.
Ecco, ci ha fatto questo miracolo perché non siamo scandalizzati, cioè intrappolati nelle forme e nei segni abituali, tradizionali. Che tristezza se oggi che “attacchiamo” la fase 2, ritornassimo tristemente alle forme precedenti. Cristo risorto – speriamo che non se ne offendano nessuno dei due – è un po’ come Paganini che non concedeva mai il bis, non gli piaceva ripetersi. Per lui ogni concerto se lo viveva in quel momento, mai ha concesso il bis. Diceva:
“Non posso, in dieci minuti, cambiar vita!”.
Ecco Dio, secondo me, ha tanto goduto ad inventarsi il mondo dal nulla che ci ha chiamati, dentro questo mondo vecchio che sta morendo, a reinventarGli il mondo nuovo tutte le mattine.