Omelia Don Carlo 16 aprile 2020
*16 aprile 2020*
“Perché continuate a fissarci come se fosse il nostro potere a far camminare quest’uomo?” Questo “fissarci” vi impedisce di capire. Voi fissate noi, vi fissate su di noi e non vedete il segno che noi siamo: non vedete che tutto in noi parla di un altro. Guardatela bene la nostra faccia: ciò che vedete non si spiega con ciò che vedete. Per capire ciò che vedete dovete affermare un altro. Noi siamo strumento del vostro incontro con Lui. Ma se il vostro sguardo è riduttivo, superficiale, voi non incontrate Lui e non cogliete la nostra bellezza vera. Ciò che più vi attrae di noi viene da Lui: se non guadate Lui noi vi deluderemo e ve ne andrete scandalizzati. Ma non saremo noi a deludervi: sarà il vostro sguardo superficiale e riduttivo dell’umano, che si illude di spiegare l’umano con l’umano. E’ uno sguardo falso perché nega la drammaticità della nostra esistenza. L’umano, se lo guardi veramente, è tutto un grido al divino. Come dice la Bibbia: “μὴ εὕρῃ ὁ ἄνθρωπος”, “i conti non tornano mai” all’uomo che si pensa senza Dio. Solo il divino compie l’umano. Quando andiamo in confusione è per questo sguardo riduttivo e ottuso. Pietro lo sa ed è comprensivo… “so che avete agito per ignoranza. Non siete cattivi: siete ignoranti. Non avete un problema morale, ma di conoscenza: di educazione. Non avete imparato lo sguardo vero su voi stessi: non sapete cosa dite quando dite “io”. Gesù ci libera innanzitutto dall’ignoranza. “Aprì loro la mente a comprendere”. Il nostro primo bisogno è che ci apra la mente. Come fa Gesù oggi ad aprici la mente? Nella Chiesa e nella comunità che cosa più ci spalanca? Cosa invece ci rende ottusi nello sguardo e meschini nello scopo?