Omelia Don Carlo 15 marzo 2020
Omelia, 15 marzo 2020
”Il Signore è in mezzo a noi sì o no?” E’ il ragionamento degli ebrei nel deserto: se Dio è in mezzo a noi ci deve risolvere i problemi dell’acqua e delle cipolle. Se Dio esiste deve ammazzare il coronavirus. E’ l’idea di un Dio ”problem solving”, risolutore di problemi, che mette a posto la vita. Ma Dio non fa questo e Gesù non è venuto per questo. Allora cosa fa Dio? Cosa è venuto a fare Gesù nel mondo? ”Non indurite il vostro cuore”. E’ venuto a combatte l’indurimento del cuore: che il vangelo di Luca chiama “sklerokardia”. Non è un cuore “cattivo”, ma un cuore ”duro”: incallito, insensibile a quel che gli accade intorno. E’ un cuore chiuso in se stesso: niente più lo cambia, nessuno lo mette in discussione. E’ uno che ha già le sue idee, i suoi schemi in cui ha trovato un posto a tutto, anche a Dio. Può accadere di tutto, niente gli fa cambiare posizione. Ma un cuore chiuso non impara più niente e non cresce più. Non vedrà mai la sua grandezza e bellezza. Ciò che accade per un uomo così non è più segno, non gli insegna più niente: e non è più un compito per lui, qualcosa da amare, cui dedicarsi con tutte le sue capacità. Invece Gesù non viene a mettere a posto il mondo: questo tocca a noi con la scienza, la tecnica e la politica. Gesù viene a mettere a posto il nostro cuore: a darci un cuore nuovo capace di fare un mondo nuovo. Come accade alla samaritana: tre giorni con Gesù la trasformano, trasformano i suoi compaesani. Il villaggio di Sicar non è più quello: il cuore di quella gente non sarà mai più quello di prima. E nel nostro villaggio, nella nostra città, nell’appartamento dove siamo costretti in questi giorni, che novità porta Gesù? Cosa cambia affrontare il virus col cuore indurito o col cuore sensibile e spalancato?