Omelia Don Carlo 15 giugno 2020
*Omelia 15 giugno 2020*
“Fu detto, ma Io vi dico”.
Gesù inizia un mondo nuovo dentro il vecchio perché Lui è un uomo nuovo. La sua unità non è questione di quantità, ma di qualità, non è che aggiunge qualcosa al vecchio, fa un _restyling_, ma crea un nuovo essere. Con Gesù il divino irrompe dentro la natura, dentro il mondo e spacca tutte le misure naturali, mondane. E cosa cambia questa rottura? Cosa chiede il nuovo al vecchio? “Convertitevi” le prime parole che pronuncia, la conversione, cioè un ribaltamento radicale Μετάνοια (metanoia) del pensiero, della vita. Gesù non è per l’uomo che basta a se stesso, ma per l’uomo che vuol cambiare se stesso. Il mondo nuovo è per l’uomo a cui non basta il vecchio. Gesù è per l’uomo a cui non mancano delle cosette, ma manca l’essenziale e per trovare l’essenziale quest’uomo è disposto a investirci tutto. Non ha niente da perdere, neppure la faccia. Dice, infatti: “Chi ti percuote la guancia destra, dagli anche l’altra” perché tu la faccia non è che la devi salvare, la devi trovare. Ecco chi è l’uomo adatto per dare la vita a Cristo, quello che ha un solo struggimento: di scoprire se stesso, di trovare se stesso e la sua grandezza. E un uomo così è il più desiderabile perché è l’uomo più incontrabile, è un uomo tutto spaventato che desidera incontrarti perché sa che incontrando te può incontrare se stesso. Questo è un uomo che non ha niente, non ha particolari virtù, ha solo questa disarmata – ma potente – povertà, è un uomo libero e, quindi, uno che non perde tempo nelle lagne, avete presente quelli che “mi sento inadeguato, sono sbagliato, incapace, non sono pronto, io non ci riesco”. Gesù non cerca chi vuole essere adeguato, ma chi vuol essere salvato.