Omelia Don Carlo 15 aprile 2020


*15 aprile 2020*
“Non ci ardeva il cuore mentre conversava con noi lungo la via?” Gesù è risorto perché che fa ardere il cuore, come nessuno mai l’ha fatto ardere. I due di Emmaus iniziano a cambiare non durante la cena, ma durante il cammino, quando ancora…”i loro occhi erano impediti a riconoscerlo”. La salvezza non inizia quando chiami Gesù per nome, ma quando ubbidisci a ciò che infiamma il cuore. Per quei due è quando dicono: “Resta con noi a cena”. Questo rivoluziona la morale: nel mondo e nelle religioni il bene è ubbidire a una legge o a Dio. Nel cristianesimo il bene è ubbidire al tuo cuore, è dire “io”, dire chi vuoi essere tu nell’universo. Da quel momento sei libero. Anche se non sai che è Gesù che t’infiamma il cuore. Gesù si rivela a chi vuole, quando vuole. Ai due di Emmaus, durante la cena. A Tommaso, dopo una settimana. A miliardi di uomini, i non battezzati, un istante dopo che sono morti. Ai cristiani si rivela adesso, durante la vita. Noi non sappiamo perché. Ma sappiamo che averlo conosciuto ci rende cento volte più contenti. Come i due di Emmaus che tornano di corsa a Gerusalemme a condividere la gioia con gli amici. Poi con gli amici vanno a dirlo al mondo. Poi gli viene da offrire a ogni uomo che incontrano la compagnia che lui ha offerto a loro sulla strada di Emmaus: la compagnia che fa ardere il cuore. Poi tocca a quell’uomo invitarli a cena. Tocca a Gesù rivelarsi durante la cena. L’esperienza cristiana è una bellissima avventura perché tutta fondata sulla libertà: quella dei cristiani, essere compagni che infiammano i cuori. Quella di Cristo: aprire gli occhi. Quella degli uomini: aprire il cuore, ognuno il suo.