Omelia Don Carlo 10 aprile 2020
10 aprile 2020
“Il venerdì santo è memoria della morte di Gesù”. Perché Gesù viene ucciso? Non per volontà sua: “Padre, se è possibile, allontana questo calice”. Non per volontà di Dio, che lo manda nel mondo a “vivere per” gli uomini, non a ”morire per” gli uomini. La morte di Gesù è voluta dal Sinedrio e da Pilato. Gesù non è venuto a morire per gli uomini, ma a vivere per gli uomini e a mettere il cuore in ogni istante della vita: perciò mette il cuore anche sulla croce. Un uomo unito muore come ha vissuto. E nessuno sceglie le condizioni della propria vita: Gesù non ha scelto la croce, noi non abbiamo scelto la pandemia. Ma ognuno sceglie come vivere quella condizione: sceglie di amare o di odiare. Questo fa la differenza. E la differenza si vede sulle tre croci del calvario: si vede un ladrone che odia e bestemmia, si vede l’altro ladrone che domanda, si vede Gesù che perdona e si affida a Dio. La via crucis di Gesù, che oggi viviamo col Papa, ci sfida a scegliere con che cuore vivere la via crucis della pandemia. La scelta più umana è quella che rende più buono il cuore e più bello il volto: come è buono il cuore e bello il volto che vedono dopo tre giorni i testimoni della resurrezione. Quel cuore e quel volto che ci affascina ancora, dopo duemila anni, e ci fa desiderare di vivere questo Triduo. Sono questi cuori e questi volti che sostengono ancora la capacità di amare e la speranza degli uomini. Noi cristiani non siamo mandati da Gesù a mettere a posto il mondo, ma a sostenere la speranza degli uomini. Gesù stesso può morire libero sulla croce soltanto perché conosce chi sostiene la sua speranza.