Omelia Don Carlo 1 maggio 2020


1 maggio 2020
“soggiogate la terra: pesci, uccelli, ogni essere vivente”… ogni virus! E’ lo sguardo ebraico-cristiano sulla realtà. Uno sguardo positivo, dinamico, su una realtà imperfetta, incompiuta: che deve essere compiuta dall’uomo. Uno sguardo da protagonisti, … ”Soggiogatela”: mettetegli il “giogo”, come a una bestia selvatica, trasformate la sua forza, bruta e minacciosa, in una forza preziosa. La religiosità ebraico-cristiana non è un rito appiccicato, né regole morali imposte alle cose: ma si esprime come scienza, tecnica, lavoro, arte, cultura. Le religioni tendono a ritualizzare, a moralizzare tutto: a contrapporre sacro e profano. Ma così disintegrano l’io e lacerano il nostro cuore, fatto per afferrare e abbracciare tutto. Cristo viene a sanare le ferite di questo disumano dualismo. Per questo Gesù non fa il sacerdote né il dottore della legge: è un laico, dicono i suoi compaesani: “Non è costui il figlio del falegname? Lui lavora, anche manualmente, manipola le cose per scoprirne le leggi, dominarle, usarle per le esigenze dell’uomo, renderle amiche dell’uomo. La religiosità cristiana ha una dimensione laica: realmente e integralmente umana. Con Cristo finisce l’opposizione diabolica sacro-profano: esiste solo il reale, il vero, il segno. Dio si incontra, si riconosce, si ama, si gode… attraverso la realtà. Che è tutta buona, ma tutta incompiuta: perciò è tutta un compito per l’opera dell’uomo. Per san Benedetto “ora et labora” realizzano un “opus Dei”, un “lavorare da Dio!” La fede cristiana non è un rito parallelo alla realtà: è scienza, lavoro, arte, cultura. Che respiro, che bellezza! Che sfida per tutti: religiosi e laici. Sfida per uomini veri, uomini uniti dentro di sé e fuori spalancati a tutto, come dice Terenzio: “homo sum, nihil humani a me alienum puto. “Io sono uomo e non rinuncio a niente di ciò che è umano”.